Anteprima del diorama "Sulla via per Damasco"

Rolls Royce Silver Ghost Blue Mist Tender 1918
"a Lawrence desert car"
Anteprima del diorama "Sulla via per Damasco"
 
Il 1° ottobre 1918, dopo una travolgente campagna militare, le forze del Generale Allenby da un lato e quelle arabe comandate da T.E. Lawrence dall'altro, giungevano finalmente a Damasco, mettendo una seria ipoteca sull'esito del primo conflitto mondiale in medio oriente, a discapito delle ormai stanche e demotivate truppe turche.
Molto si è detto su Lawrence e tantissimo si è scritto, tuttavia ci sono aspetti dell'argomento che possono essere ancora approfonditi ed uno di questi riguarda proprio i mezzi messi a disposizione delle truppe arabe da lui vittoriosamente dirette, al fianco al principe Feisal. 
Quel che è noto è che nel 1917, dopo la caduta di Aqaba, città fortificata da cui sparavano imponenti cannoni Krupp da 305 mm, conquistata raccogliendo per strada reparti tribali, Lawrence si recò presso il comando del Cairo, portando lui stesso la notizia. Egli, forte dell'incredibile successo, chiese ingenti rinforzi e dotazioni al generale Allenby, il quale concesse tali richieste. Tra le forniture, erano comprese anche alcune Rolls Royce corazzate, con mitragliere in torretta. Le truppe che conquistarono Damasco, giunsero con una varietà di veicoli di questo tipo. 
L'ottima Rolls Royce Silver Ghost si era dimostrata eccellente nel deserto, tanto da spingere Lawrence a definirla "above the rubies" ovvero meglio dei rubini. ("A Rolls in the desert is above the rubies.")
Le esigenze operative, spinsero la nota casa britannica a produrre diverse varianti di auto militari, tutte basate sostanzialmente sullo stesso telaio. La validità di tale progetto fu suggellata dalla longevità dello stesso che giunse, sia pure con compiti secondari, sino al secondo conflitto mondiale. Il soggetto in questione, la "Blue Must Tender", risulta essere piuttosto sfuggente dal punto di vista della documentazione storica. Le poche e famose immagini che girano sul web (sono le stesse reperibili sui testi) non sono affatto sufficienti a realizzare dei profili che possano risultare utili alla ricostruzione del veicolo. Oltre tutto, le stesse immagini, non mostrano mai il mezzo per intero, lo stesso appare sempre coperto dalla folla oppure fotografato da lontano, risultando sgranato al punto da creare più dubbi che certezze. Ad una prima analisi del materiale disponibile, ci verrebbe forse voglia di rinunciare a qualunque impresa in tal senso, ma è proprio a questo punto che lo spirito giusto deve venire fuori e non rimane che accettare la sfida.                      
Dai documenti rinvenuti, dopo una lunga ricerca, emerge che le Blue Mist Tender, erano elaborate su diversi tipi e versioni di Silver Ghost. A seconda dell'anno di produzione, vi erano alcune differenze, anche molto marcate tra loro. Ritengo altresì possibile che molte fossero pesantemente modificate a livello campale ma questi dubbi potrò togliermeli negli studi che vi dedicherò nei prossimi tempi. La foto che mi ha permesso di procedere verso quella che ritengo possa essere la giusta direzione, fornisce elementi utili al fine della ricostruzione di un esemplare da trasporto e consente di osservare il mezzo di profilo. Quando Lawrence giunse nella capitale siriana, la flotta di Rolls a sua disposizione, comprendeva 9 veicoli di questo tipo, ritengo fossero appartenenti a diverse serie e con caratteristiche molto diverse tra loro (combattimento, trasporto, staff car).
La logica è quella di riprodurre un veicolo che senza ombra di dubbio, facesse parte della flotta in carico a Lawrence, rimandando a tempi futuri qualunque deduzione riguardante quella su cui venne ripreso all'arrivo a Damasco e immaginando che potrebbe averne usata un'altra durante il viaggio.
Sotto il profilo puramente modellistico, a meno di non reperire kit obsoleti come quello prodotto da Airfix in passato e nuovamente inscatolato anni dopo da Smer, la scelta sarebbe caduta sulla più recente Roden. La mia occasione è giunta però a settembre a Novegro, dove ho trovato ad un prezzo più che appetibile, la vecchia Smer che riproduce una "landaulet" del 1911. Compreso immediatamente che il lavoro da fare sarebbe stato assolutamente immenso, non appena a casa, mi sono dato da fare nel reperire la documentazione necessaria ed appena ho capito come intervenire, ho iniziato a lavorare. 
Innanzi tutto ho selezionato le parti utilizzabili del kit, non molte per la verità. Dopo la selezione mi erano rimaste sul banco le ruote, gli assi, le sospensioni, il telaio, il cofano e pochi altri piccoli pezzi, la maggior parte del materiale era finito in banca pezzi o nel cestino. 
Dalle foto a disposizione sono giunto a delle conclusioni che ho immediatamente tradotto in plasticard e listelli ed il risultato mi ha sorpreso, andiamo per ordine: il telaio l'ho riassemblato partendo dalla sezione dei parafanghi, del pianale e da quello che mi rimaneva del muso del veicolo. Partendo da un modello 1911 e volendo rappresentare una 1908, dovevo operare molte modifiche e la più vistosa ha rappresentato l'eliminazione delle alette di ventilazione del motore ed il conseguente abbassamento del cofano fino quasi al livello dei parafanghi. Era inoltre necessario rivedere le sospensioni anteriori, così ho fatto modificandole e dettagliandole. Poi è stata la volta della meccanica del sottotelaio, del tutto assente. La carrozzeria consisteva in un cassone in metallo al quale ne era agganciato uno in legno e le sellerie erano costituite da panche piuttosto spartane, dunque non un mezzo comodo ma di sicuro affidabile. Costruivo tutta la struttura in plasticard e listelli e subito dopo riproducevo la paratia anteriore che si trovava direttamente dietro il motore e sosteneva la strumentazione, completa di una sorta di supporto della forma e delle dimensioni di un parabrezza ma che tale non era, poi realizzavo i carichi esterni consistenti nelle casse che venivano assicurate sugli ampi predellini dei veicoli e che avevano la caratteristica di contenere pneumatici di scorta, sempre preziosi. Stampavo delle copie in ceramica delle ruote per poterne montare 4 sull'asse posteriore ed una di scorta in più. Realizzavo poi tutta la dotazione del cruscotto, il volante ed il complicato meccanismo del cambio al volante, le pedaliere, il sistema di messa in moto, i supporti per i fari ed il serbatoio che rimaneva a poppa del veicolo, al quale era agganciato con due balestre a sbalzo. 
Data la natura del progetto, realizzavo una palma ed iniziavo a modellare due figurini raffiguranti Lawrence ed un autista (foto in apertura) ed un palazzetto, ma dati i tempi ristretti, decidevo di dedicarmi al solo veicolo per rimandare in secondo momento la realizzazione completa del diorama.
Una volta finito l'assemblaggio, praticamente un'autocostruzione al'60%, (le uniche parti non modificate sono le sole ruote in plastica) spruzzavo un primer su tutto lo scafo, passavo poi ad usare una base giallo sabbia medio, poi applicavo un preshading e ridefinivo i toni di una lumeggiatura molto ampi,a applicando i criteri base di una pittura a modulazione. A questo punto, come consuetudine per me, applicavo una base ad olio (raw umber) e la rimuovevo per definire i volumi del veicolo, dopo di che applicavo pittura ad olio a tinte degradanti ridefinendo i volumi nel dettaglio ed applicando watering selettivi ai dettagli più minuti. Alla fine mi avvalevo di pigmenti e gessi per gli effetti di usura, dando una mano di trasparente opaco finale.
 
Conclusioni finali
Essendo questo un mezzo su cui si hanno più dubbi che certezze, volendolo comunque realizzare, mi sono basato sulle poche foto esistenti, applicando delle metodiche che utilizzo in questo tipo di situazioni. Una di queste è la stima delle dimensioni alla quale si arriva facendo anche qualche calcolo e molti disegni e schizzi. Pur essendo il modello ben proporzionato e penso piuttosto fedele, sia pure nei limiti della metodica usata, mi sento molto soddisfatto del risultato conseguito, anche considerando i tempi assai ristretti a disposizione. La comparazione degli elaborati con l'originale, fotografandoli dalla stessa angolazione, ci dice se stiamo andando nella giusta direzione. Per quanto riguarda le parti non visibili, la dove non si è potuto fare delle conclusioni, si è provveduto a consultare materiale fotografico riguardante i vari modelli civili in circolazione in mezzo mondo.  Infine, si è optato per una riduzione in scala 1:35 dall'originale 1:32 del kit, sia per via delle misure dello stesso (comunque assolutamente non corrette) sia per comodità.
Marco Chifari